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giovedì 29 ottobre 2009

Isola di Ghizo - Sud del Pacifico

Ritrovamento di un Grumman F-6F Hellcat

Nessun altro luogo delle Solomon Islands è ricco di bellezze naturali e di tradizioni come la Western Province. E' un paradiso tropicale di isole e atolli, spiagge incontaminate, fondali superbi, villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Queste isole sono una meta ancora da scoprire e sono ancora pochissimi i viaggiatori che si avventurano tra queste lagune. Qui non ci sono i resort delle grandi catene internazionali, ma gli alberghi locali e i cottage sulle spiagge sono comunque di buon livello. Gli avventurosi viaggiatori possono dedicarsi a favolose immersioni, escursioni nella foresta tropicale e al vulcano Kolombangara , alto 1770 metri. Non mancano curiosità antropologiche quali i tempietti di teschi di Megapode, spettacoli di danze tradizionali e un allevamento di coccodrilli. L'isola di Ghizo è la tipica isola del Sud Pacifico: bianche spiagge bordate da palmeti, rigogliosa foresta pluviale che ricopre l'interno, una grande barriera corallina che racchiude una laguna da cartolina. Il pittoresco villaggio di Gizo, sull'isola di Ghizo, capitale di questa provincia nonché secondo centro delle Solomon Islands, sorge all'estremità della laguna di Vona Vona, un insieme di atolli corallini fatti di spiagge di sabbia bianca e finissima, che si estende per 28 Km. fino all'isola di New Georgia.



IL RELITTO

(John Folker seduto sul Cockpit dell'Hellcat)

Un gruppo di appassionati di subacquea durante un immersione a circa 30 metri di profondità si accorsero che le distese coralline ad un determinato punto assumevano una forma strana, John Folker capo immersione incuriosito si avvicina per controllare e spazzolando una parte di roccia, si accorge che non si trattava di una roccia ma bensì di qualcosa di diverso, era un relitto di una aereoplano della seconda guerra mondiale. Il tempo ormai a loro disposizione era terminato, segnado sulle mappa il posto esatto i Sub si ripromisero che l'indomani sarebbero tornati. L'indomani iniziano le immersioni di buon mattino sta volta ad accompagnare Folker c'era un amico che presta servizio in Marina, non vi erano dubbi l'aereo era americano, ma ancora non si riusciva bene a capire quale modello fosse, anche perchè durante la guerra gli americani sul pacifico schierarono parecchi aereoplani. Si rivolsero ad uno studioso di aerei della seconda guerra mondiale, il quale, dalle foto mostrategli senza ombra di dubbio capì che si trattava di un Hellcat. La dinamica dell'incidente è ancora al vaglio probabilmente dalle condizioni dell'aereo si è trattato non di un abbattimento ma bensì di un atterraggio di fortuna forse per problemi al motore. La Adventure Sport oggi è la responsabile del sito e offre ai turisti molte visite sul luogo, ultimamente è stato firmato un protocollo d'intesa con l'U.S. Navy per il recupero e lo studio del relitto in questione.

























lunedì 26 ottobre 2009

Mar di Norvegia - Data non riportata

Ritrovato relitto di aereo tedesco della II Guerra Mondiale Mod Focke-Wulf Fw 109
Un gruppo di pescatori impegnati in una battuta di pesca a circa 4 miglia dalla costa, al momento di ritirare le reti queste rimangono impigliate in qualcosa di solido, dopo accurate manovre di disincaglio, tra la meraviglia dell'equipaggio nelle reti si vedono incastrati dei pezzi arrugginiti e incrostati che sembrano appartenere a qualcosa di metallico. Grazie all'audacia di un componente dell'equipaggio appassionato di archeologia subacquea, dopo un immersione nella zona si scopre un relitto non di una nave e ne tantomeno di un sommergibile ma bensì di un aereoplano tedesco, anche perchè lo stato del relitto era talmente ben conservato che si potevano vedere i marchi di riconoscimento nella fusoliera. Si organizza subito il recupero del relitto grazie alla Guardia Costiera norvegese e ai pescatori del luogo che si riuniscono in un consorzio per il recupero.

Dopo 5 ore di operazioni, finalmente il velivolo riaffiora con tutto il suo fascino storico, secondo gli esperti si tratta di un FW- 190 della Luftwaffe che durante la II Guerra Mondiale era basato nella base di Herdla in Norvegia. Il velivolo risulta essere precipitato per avarie il 15 dicembre 1943, il pilota è riuscito a salvarsi grazie all' intervento di alcuni pescatori che lo portarono in salvo.Il velivolo è stato preso in consegna dalla Marina che a riparo da occhi indiscreti , lo custodisce gelosamente in un hangar dove inizieranno i lavori per la conservazione e lo studio.

San Vito lo capo - Ritrovamento Messershmit Bf 109

Il 29 agosto del 2003 il peschereccio Immacolata Concezione era impegnato in una battuta di pesca a strascico a circa tre miglia da San Vito lo capo. Ad un certo momento dell’azione di pesca le reti del peschereccio si impigliavano su qualcosa di solido e pesante sul fondo del mare. Risalite con grande fatica le reti in barca l’equipaggio del battello si rendeva subito conto della stranezza e dell’entità di quella strana pesca. Nella rete era rimasto impigliato un relitto appartenente ad un velivolo della seconda guerra mondiale, ad una prima occhiata sicuramente germanico, in considerazione dell’araldica di riconoscimento ancora visibile. Purtroppo nelle operazioni di recupero il relitto si spezzava in due parti ed il muso con il motore si inabissava nuovamente, impigliata nella rete rimaneva la cellula del velivolo che adesso si mostrava in tutta la sua bellezza. Quello recuperato era il relitto di un messerschmitt BF 109. I racconti dei vecchi pescatori parlavano di un abbattimento nel 1943 di un aereo tedesco da parte di un caccia inglese. I registri del reparto tedesco però riportano che il velivolo in questione precipitò in mare a causa di un guasto al motore. Molto probabilmente il velivolo ripescato è lo stesso, ovvero il Messerschmitt BF 109 g4 matricola 19586 pilotato dall’ufficiale Herbert Lotter del 5°/ jagdgeschwader 27, Afrika, nominato 11 rosso

(Video del recupero)


Gli specialist hanno potuto osservare la coda del caccia Bf-109 G4, sono sicuri che è quello pilotato dal pilota Ufficiale Herbert Lotter che faceva parte del 5th squadrone della 27° Jagdgeschwader, il velivolo è l' 11 rosso, abbattuto il 18 giugno del 1943 in un duello con un caccia Alleato, e non precipitato per un guasto al motore, il pilota fu dichiarato "Disperso in missione".

(La coda dell'aereo ritrovato)

sabato 24 ottobre 2009

Calvi (Corsica)

BOEING B-17 FLYING FORTRESS
Il sistema più semplice per individuare con precisione il punto d’immersione è quello di seguire una delle tante barche dei diving di Calvi che quotidianamente portano sul relitto decine di subacquei! Per la cronaca il relitto si trova davanti alla Cittadella, in corrispondenza del fanale verde, ad un centinaio di metri dalla costa. Abbiamo ancorato un pocho discosti dalla verticale del relitto in modo da non impicciare le barche ed i gommoni dei diving e, dopo un ultimo controllo, ci siamo buttati; arrivati sul fondo pinneggiamo in direzione del relitto e dopo qualche istante eccolo apparire dal fondo! Lo spettacolo e’ veramente emozionante: il relitto giace ancora in assetto di volo con il muso rivolto verso la costa quasi in un estremo tentativo di arrivarci. Lo stato di conservazione e’ piu’che discreto e molti particolari sono ancora distinguibili ed analizzabili con chiarezza. Il relitto ha dimensioni abbastanza importanti e bisogna tenere d’occhio gli strumenti per rendersi conto del passare del tempo: con il rimpianto di esserci potuti soffermare su tanti particolari prendiamo la strada del ritorno e nel giro di qualche minuto ritroviamo l’ancora del nostro gommone ed incominciamo la risalita con il proposito di tornare un’altra volta.

Flighing Fortress "Fortezza Volante"
Questo bombardiere statunitense Boeing B-17 fu abbattuto da caccia tedeschi il 14 Febbraio 1944 e ammarò a circa duecento metri dalla costa di Calvì inabissandosi su un fondale tra i 23 e i 28 metri.Le foto subaquee sono tratte dal filmato realizzato da Pierluigi Negri.Il Boeing B-17 Flying Fortress (conosciuto anche come Fortezza volante) era un aereo quadrimotore della classe dei bombardieri pesanti. Il B-17 venne impiegato principalmente dalle Army Air Forces nelle campagne di bombardamento strategico di precisione contro bersagli tedeschi di tipo industriale, civile e militare. L'8ª Air Force (Forza Aerea) di base in Inghilterra e la 15ª Air Force di base in Italia si unirono al Bomber Command (comando bombardieri) della RAF nell'Operazione Pointblank, per assicurare la superiorità aerea sulle città, le fabbriche e i campi di battaglia nell'Europa occidentale. Questa operazione era un preparativo per lo sbarco in Normandia. I B-17 parteciparono anche alle operazioni nel teatro del Pacifico della seconda guerra mondiale, dove condussero raid contro navi e basi aeree giapponesi.
Il B-17 è considerato il primo aereo ad essere prodotto in grandi quantitativi, e ad evolversi successivamente in numerose varianti.


















Clicca qui per visionare il video.

Galles: ritrovato relitto di un P-38 della seconda guerra mondiale

(Testi Ino Biondo)
(Foto Mail news)

Questa volta non parliamo di un vero e proprio ritrovamento, anche perchè è stato lui a farsi trovare, una specie di favola magica, come se il P-38 Lightning avesse deciso che era ora di ritornare in vita e risorgere dalle sue ceneri. Sempre che gualcuno dei nostri amici avesse la volontà di restaurarlo.
Sessantacinque anni dopo aver perso potenza ed essere precipitato in una spiaggia del Galles, il Lockheed P-38 Lightning americano è riemerso dalle onde e dalla sabbia che lo avevano sepolto, un residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale dimenticato dal governo statunitense e sconosciuto al pubblico britannico. In questi decenni i frequentatori della spiaggia, bagnati e nuotatori, sono stati a pochissimi metri dall’aereo, assolutamente ignari della sua esistenza appena sotto la sabbia. Solo quest’estate è riapparso a causa di particolari condizioni che hanno provocato lo spostamento e l’erosione della sabbia.
L’aeronautica britannica non ha rivelato l’esatta posizione del velivolo e le autorità locali gallesi hanno acconsentito a mantenere l’aereo sotto sorveglianza.


(Il P-38 Lightning in una foto d'epoca)

Isole Tremiti, nuove immersioni sul relitto e una prima ricostruzione storica.

Si tratta di uno degli aerei che bombardò Foggia?
Si aspettano ancora delle conferme ma le probabilità ci sono, potrebbe appartenere proprio ad un aereo “alleato”, di quelli che nell’estate 1943 rasero al suolo Foggia provocando oltre ventimila vittime, il relitto ricordiamo è stato rinvenuto a largo dell’isola di S. Domino dai sub del Club Marlin.

«Dalle dimensioni di un’ala, che è circa 13 metri, dalle caratteristiche di alcuni componenti, come i serbatoi del carburante - dice il team leader del Marlin, Adelmo Sorci - potrebbe trattarsi di un Hurricane. Di sicuro è un bombardiere, non sappiamo ancora se un quadrimotore o un bimotore: in questi giorni stiamo acquisendo numeri di matricola e codici attraverso foto ad alta definizione». I tecnici del Marlin, che già collaborano con il nucleo subacqueo dei carabinieri di Taranto, contano di avvalersi della consulenza della Marina militare per appurare l’identità di quel velivolo che il fondale ha restituito a circa 52 metri di profondità, agli inizi di giugno, mentre erano impegnati nell’individuazione di punti di ancoraggio per le compagnie di navigazione. «Non è l’unico aereo che si è inabissato qui - racconta Sorci - nei fondali ci sono di certo alcuni bombardieri italiani abbandonati dalla contrarea sulle coste del Gargano e abbattuti dai tedeschi». Il giovane sub è da tempo sulle tracce di uno di questi sfortunati aerei, il Cant Z 1007, un velivolo mitico perchè fatto in multistrato di legno, molto raro. E’ però difficile rintracciare i relitti degli aerei «perchè, a differenza delle navi - dice Sorci - nell’impatto con l’acqua vanno completamente distrutti e se il fondale è sedimentoso, come alle Tremiti, i pezzi vengono sommersi e poi restituiti chissà quanto tempo dopo. Questo aereo, ad esempio, non si è inabissato nel punto in cui l’abbiamo trovato. Rinvenire relitti aerei non è semplice, perchè le informazioni tecniche sugli inabissamenti sono rare, le ricostruzioni storiche imprecise e i siti difficilmente accessibili. Le scoperte sono casuali». Tuttavia l’aereo, con tutto il suo carico di mistero, adesso c’è. E sulla base delle pur frammentarie informazioni disponibili, non è l’unico relitto della seconda guerra mondiale a giacere sui fondali dell’arcipelago. Già nel settembre 2005 erano partite le ricerche del Cant Z 1007, dopo che alcune presunte parti dell’aereo erano state trascinate nella rete a strascico di un peschereccio. Allora gli elementi rinvenuti furono pochi, ma sufficienti ad appurare che si trattasse di un aereo da guerra (il tipo è ancora in via di accertamento). Adesso, per la presunta “fortezza volante” c’è molto di più: una buona parte della carlinga, le ali, l’elica, il carrello, quanto basta perchè quel pezzo di storia posizionato sul lato Sud-Est dell’isola maggiore delle Tremiti, venga dribblato da traghetti e pescherecci. Sulla zona vige infatti un’ordinanza che vieta la navigazione, ma non ci sono boe di segnalazione, ma «Chi deve sapere sa», dicono gli isolani....

ANNA LANGONE



venerdì 23 ottobre 2009

Litorale di Jesolo (data non riportata)

Republic P-57 Thunderbolt

Testi e immagini di Piero Mescalchin

Una delle più riuscite macchine da guerra messa in atto dagli Stati Uniti nel 2° conflitto mondiale fu senza dubbio il Cacciabombardiere "P-47 Thunderbolt". Costruito dalla Republic Aviation Division in 15.000 esemplari, era lungo 11 metri e pesava quasi 9 tonnellate a pieno carico. A causa della sua tozza forma, il "Thunderbolt" fu soprannominato "Jug" "Bottiglia di latte". Riusciva a raggiungere i 700 km orari grazie a un motore stellare da 2.000 cavalli con Turbocompressore e a una grande elica quadripala di circa 4 metri di diametro. Il relitto del P-47 giace a 22 metri di profondità su un fondale sabbioso a circa 10 miglia al largo del litorale di Jesolo. E' stato possibile localizzarlo solo nell'estate del '93, per la segnalazione di un peschereccio che strascicava nella zona. L'aereo si presenta ai nostri occhi, dopo 50 anni dall'abbattimento, con poche incrostazioni. L'alluminio con cui è costruito, infatti, risulta tossico per molti organismi marini che hanno preferito altri substrati.La turbina fuoriuscita giace sulla sabbia. L'aereo è completamente rovesciato, mostra infatti nella parte superiore la sede del carrello. La sua potenza di fuoco era notevole; l'armamento comprendeva 8 mitragliatrici disposte sulle ali, un carico di bombe da 125Kg l'una e razzi da 5 pollici.Il "Thunderbolt" risultava particolarmente adatto per l'attacco di obiettivi al suolo e la sua pericolosità aumentava per l'autonomia di 1.600 Km che diventavano 3.000 con l'aggiunta di un serbatoio ausiliare di cartapesta situato sotto la fusoliera. Uno dei carrelli presenta una spaccatura forse causata da un proiettile. Risulta alquanto difficile formulare ipotesi sulle cause che ne determinarono l'abbattimento. I contrassegni di riconoscimento, che venivano cambiati ad ogni missione, si sono rapidamente corrosi.La grande potenza di fuoco era resa possibile da 8 mitragliatrici Colt Browning da 12,7 mm disposte nelle ali. Le coperture esterne in acciaio inossidabile ne hanno favorito la conservazione. La fusoliera in duralluminio è ben conservata, così pure le ali. Immaginiamo il "Thunderbolt" in una squadriglia di caccia partita una notte del gennaio '44 dalla Puglia occupata dagli Americani per precedere i bombardieri B-24 diretti a distruggere le basi tedesche a Udine. Dopo aver bombardato obbiettivi nemici, sulla via del ritorno, potrebbe essere stato colpito dalla contraerea.Ci piace immaginare il pilota salvo, protetto dall' abitacolo corazzato, gettarsi col paracadute e guardare il suo aereo inabissarsi. Ciononostante non diamo nulla di scontato. Per sicurezza, con l'aiuto di alcuni palloni, solleviamo l'aereo dal fondo quel tanto che basta per esplorare l'interno della cabina. Le due colonne d'aria espulse dai palloni in sovrapressione, sembrano riprodurre la scia dell'aereo colpito, mentre si inabissa. Dopo tanto fragore di battaglie, trascina con sé nel silenzio del mare il segreto della sua missione.


(Immagine a colori dell'epoca di un P-47 Thunderbolt)

giovedì 22 ottobre 2009

AeroRicerche video


La Sezione Speleo Subacquea del CAI di Napoli scopre il relitto di un aereo della seconda guerra mondiale nel Golfo di Napoli






Estate 2005. Durante una delle chiacchierate con alcuni pescatori della zona,venivamo a conoscenza della presenza di un relitto nei “nostri” mari proprio in quelle zone che noi perlustravamo già da tanti anni.Le reti dei pescatori spesso erano rimaste impigliate in qualcosa che giaceva da anni sul fondo. Nella rete era stato ritrovato qualcosa che assomigliava al casco di un pilota di aereo.Dalle nostre ricerche storiche ne veniva fuori che quello specchio di acqua di cui parlavano i pescatori, era stato teatro di scontri durante la seconda guerra mondiale tra marina e aeronautica, quindi era possibile il ritrovamento di un relitto. Decidiamo dunque di scandagliare con precisione quel tratto di mare e riusciamo a ritrovare esattamente la posizione del relitto.La profondità registrata intorno agli 80 metri, dunque si prevedono immersioni impegnative.Iniziano dunque i preparativi.Si stabilisce un tempo di fondo, utile per una ricognizione : non meno di 20 minuti e si sviluppa il piano decompressivo.La pianificazione è pronta e stabiliamo il giorno in base anche alle previsioni meteomarine.Siamo in due a scendere in trimix mentre due subacquei ci fanno assistenza intorno ai 40 metri per la decompressione.Sistemiamo le decompressive sotto l’imbarcazione e iniziamo la discesa.L’immersione si svolge in una zona dove il mare è sempre torbido dunque la visibilità durante la discesa è minima .
La luce arriva poco e continuiamo la discesa.Giunti alla quota ,un improvviso spostamento di una miriade di guarracini che, come capita spesso, sono stanziali su un relitto,ci apre il sipario su ciò che speravamo : un aereo da guerra.Ci allontaniamo dalla cima per una prima perlustrazione, l’aereo appare abbastanza integro nel suo corpo centrale ma, l’impatto ha quasi distrutto la parte superiore. E’ visibile la cabina di pilotaggio con i comandi ,dove si affaccia con aria infastidita un gronco, padrone ormai del relitto da decenni. Iniziamo la nostra documentazione video cercando i particolari che poi ci aiuteranno ad individuare il tipo di aereo dinanzi al quale ci troviamo.Velocemente trascorrono i 20 minuti che avevamo programmato e ci accingiamo a raggiungere la cima per iniziare la lunga decompressione.Fin ora abbiamo fatto 3 sopralluoghi sul ” nostro” aereo ma il fascino del relitto rimane sempre ,ed ogni volta in immersione o rivedendo i video ,cogliamo qualche altro indizio.
Siamo fortunati,l’aereo ha un particolare unico : la lamiera si presenta ondulata e questa risulta essere una caratteristica degli aerei tedeschi conosciuti come i Junkers : apparecchi di trasporto usati dalla Luftwaffe durante la SECONDA GUERRA MONDIALE.Precisamente il “nostro” aereo è un Junkers Ju 52 : è stato un famoso aereo da trasporto tedesco che vide la luca all’inizio degli anni 30.Lo Ju 52 è stato sin dall’inizio costruito con metallo ondulato e poca attenzione alla bellezza.Le parti e i pezzi attaccati alla struttura nonchè il metallo ondulato generavano una resistenza più forte dell’aria.I potenziali militari non sono stati trascurati dalla Lutwaffe, infatti fornì per essa servizio sia per trasporto che come bombardiere.Soprannominato Tante JU ( zia Ju ) durante la seconda guerra mondiale, ha servito in ogni teatro a cui la Germania ha partecipato. Lo Ju 52 era comunque troppo lento e troppo poco armato in confronto ai caccia, di conseguenza ha sofferto molte perdite durante le diverse battaglie.Cosa,dunque,può essere successo ?Siamo in piena seconda guerra mondiale nel periodo del confronto tra i Tedeschi e gli Alleati.Gli obiettivi dell’operazione,delineati dal generale Eisenhower,comandante in capo del teatro delle operazioni del Mediterraneo,erano ben precisi: gli Alleati volevano allontanare i Tedeschi dall’ Italia Meridionale,impadronirsi delle basi aeree di Foggia, raggiungere Napoli e liberare Roma.
Questa, conosciuta con il nome di operazione Avalanche,fu una degli episodi decisivi della seconda guerra mondiale che vide come teatro degli eventi Salerno,Napoli e lo specchio d’acqua antistante tali coste.E’ proprio qui infatti che giace il “nostro” relitto in un’ atmosfera surreale dove oramai il tempo non è più protagonista e la scena continua a rimanere avvolta nel mistero.

Sezione Speleo Subacquea CAI NAPOILI - Chi siamo:
Ferreri Giuliana
Farmacista
Speleologa attiva nella sez speleosubacquea del cai NapoliTecnico del soccorso alpino e speleo - cnsas Istruttrice sub fias - cmas Brevetti subacquea tecnica
Mantio Mario
Operatore tecnico subacqueo
Titolare società di lavori subacquei e marittimiSpeleologo – responsabile della sezione speleosubacquea del cai NapoliTecnico del soccorso alpino e speleo - cnsasIstruttore sub fias – cmas Brevetti subacquea tecnica