Si tratta di uno degli aerei che bombardò Foggia?
Si aspettano ancora delle conferme ma le probabilità ci sono, potrebbe appartenere proprio ad un aereo “alleato”, di quelli che nell’estate 1943 rasero al suolo Foggia provocando oltre ventimila vittime, il relitto ricordiamo è stato rinvenuto a largo dell’isola di S. Domino dai sub del Club Marlin.
«Dalle dimensioni di un’ala, che è circa 13 metri, dalle caratteristiche di alcuni componenti, come i serbatoi del carburante - dice il team leader del Marlin, Adelmo Sorci - potrebbe trattarsi di un Hurricane. Di sicuro è un bombardiere, non sappiamo ancora se un quadrimotore o un bimotore: in questi giorni stiamo acquisendo numeri di matricola e codici attraverso foto ad alta definizione». I tecnici del Marlin, che già collaborano con il nucleo subacqueo dei carabinieri di Taranto, contano di avvalersi della consulenza della Marina militare per appurare l’identità di quel velivolo che il fondale ha restituito a circa 52 metri di profondità, agli inizi di giugno, mentre erano impegnati nell’individuazione di punti di ancoraggio per le compagnie di navigazione. «Non è l’unico aereo che si è inabissato qui - racconta Sorci - nei fondali ci sono di certo alcuni bombardieri italiani abbandonati dalla contrarea sulle coste del Gargano e abbattuti dai tedeschi». Il giovane sub è da tempo sulle tracce di uno di questi sfortunati aerei, il Cant Z 1007, un velivolo mitico perchè fatto in multistrato di legno, molto raro. E’ però difficile rintracciare i relitti degli aerei «perchè, a differenza delle navi - dice Sorci - nell’impatto con l’acqua vanno completamente distrutti e se il fondale è sedimentoso, come alle Tremiti, i pezzi vengono sommersi e poi restituiti chissà quanto tempo dopo. Questo aereo, ad esempio, non si è inabissato nel punto in cui l’abbiamo trovato. Rinvenire relitti aerei non è semplice, perchè le informazioni tecniche sugli inabissamenti sono rare, le ricostruzioni storiche imprecise e i siti difficilmente accessibili. Le scoperte sono casuali». Tuttavia l’aereo, con tutto il suo carico di mistero, adesso c’è. E sulla base delle pur frammentarie informazioni disponibili, non è l’unico relitto della seconda guerra mondiale a giacere sui fondali dell’arcipelago. Già nel settembre 2005 erano partite le ricerche del Cant Z 1007, dopo che alcune presunte parti dell’aereo erano state trascinate nella rete a strascico di un peschereccio. Allora gli elementi rinvenuti furono pochi, ma sufficienti ad appurare che si trattasse di un aereo da guerra (il tipo è ancora in via di accertamento). Adesso, per la presunta “fortezza volante” c’è molto di più: una buona parte della carlinga, le ali, l’elica, il carrello, quanto basta perchè quel pezzo di storia posizionato sul lato Sud-Est dell’isola maggiore delle Tremiti, venga dribblato da traghetti e pescherecci. Sulla zona vige infatti un’ordinanza che vieta la navigazione, ma non ci sono boe di segnalazione, ma «Chi deve sapere sa», dicono gli isolani....
ANNA LANGONE
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